10/13/2025 | Press release | Distributed by Public on 10/13/2025 06:31
Cabras, 13 ottobre 2025 - Negli ultimi mesi la Regione ha destinato 26 milioni di euro per interventi su tutte le lagune della Sardegna, finalizzati al ripristino delle batimetrie e al miglioramento della qualità ecologica e produttiva degli ecosistemi lagunari. Un primo stanziamento di 10 milioni di euro ha consentito di intervenire nei compendi di Corru Mannu, Corru S'Ittiri, S'Ena Arrubia, Is Benas e Cabras, garantendo il regolare scambio delle acque e la produttività delle imprese ittiche.
«Oggi possiamo parlare di risultati raggiunti, di progetti e di futuro, con orgoglio per quanto realizzato e responsabilità per il percorso ancora da compiere», ha affermato l'assessore regionale dell'Agricoltura, Gian Franco Satta, intervenendo al convegno «Compendi ittici, aree lagunari e consorzi di bonifica: un modello sostenibile per la Sardegna», svoltosi a Cabras.
«Partecipare a questo incontro è per me motivo di orgoglio e responsabilità», ha dichiarato Satta. «Un anno fa, in questo periodo, si parlava di moria di pesci, di indennizzi e di crisi imprenditoriale e occupazionale. Ora invece abbiamo un percorso concreto di rinascita. La Regione non si è tirata indietro: abbiamo agito con tempestività, modificato la normativa sui consorzi e reso operative le risorse necessarie per evitare un disastro ambientale».
È stato infatti adottato un provvedimento che attribuisce nuove competenze ambientali ai Consorzi di bonifica, al fine di consentire il loro intervento nelle aree lagunari. Tale misura ha permesso l'esecuzione di interventi urgenti e delle opere necessarie per riportare i compendi ittici in condizioni ottimali di funzionamento.
I primi lavori sono stati realizzati a Corru S'Ittiri e Corru Mannu, dove il materiale è stato spostato con mezzi consortili entrati in acqua dal mare e operanti dai muraglioni di pietra. L'intervento, eseguito con successo, ha consentito la ripresa regolare delle attività di pesca.
A Is Benas la Regione è intervenuta per risolvere un problema che da tempo comprometteva la vita dello stagno: l'accumulo di sabbia nel canale in cemento che lo collega direttamente al mare. Questo canale, lungo circa 500 metri, era quasi del tutto ostruito, impedendo il naturale ricambio dell'acqua, vitale per l'equilibrio dell'ecosistema. Con i lavori di pulizia sono stati rimossi tutti i materiali che ostacolavano le normali dinamiche idrauliche, restituendo allo stagno il suo equilibrio naturale.
A S'Ena Arrubia sono stati rimossi i materiali dai canali di collegamento al mare e ripristinate le quote batimetriche nelle zone compromesse, ristabilendo il ricambio idrico necessario a garantire la normale fruibilità dello specchio d'acqua.
Nello stagno di Cabras gli interventi hanno riguardato la rete idraulica, indispensabile per assicurare il ricambio delle acque, ormai assente da decenni. I lavori si sono concentrati sulla pulizia dei canali che attraversano la Strada Provinciale 6, fondamentali per collegare lo stagno al canale Bau Mannu, sul quale si è poi intervenuti nel tratto adiacente al canale scolmatore. Si è inoltre operato in diversi punti dello specchio d'acqua, restituendo piena funzionalità al sistema. Tutti gli interventi hanno consentito di evitare nuovi episodi di moria e di prevenire danni agli ecosistemi lagunari.
Con l'assestamento di bilancio approvato ad agosto, sono stati stanziati ulteriori 12 milioni di euro per interventi nelle lagune escluse dalla prima ripartizione, a conferma dell'impegno costante della Regione verso il settore.
Durante il suo intervento, l'assessore Satta ha illustrato gli strumenti per il rilancio del comparto, a partire dal Piano delle Aree Idonee all'Acquacoltura (Piano AZA), lo strumento strategico che individua le zone più adatte allo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura, riducendone al contempo l'impatto ambientale. Il Piano è accompagnato da un Sistema Informativo Geografico (GIS) online che consente a operatori e amministrazioni di consultare le aree e semplificare i processi autorizzativi.
«La Sardegna - ha concluso Satta - ha una naturale vocazione per l'acquacoltura grazie alla sua estesa costa e ai 60 stagni e lagune presenti. Puntiamo su un modello sostenibile che coniughi tutela ambientale, innovazione e crescita economica. Solo attraverso uno sforzo condiviso tra istituzioni, consorzi, imprese e mondo scientifico potremo garantire un futuro solido e competitivo al comparto ittico regionale».
L'incontro si è concluso con un confronto tra istituzioni, consorzi e operatori del settore, confermando l'impegno comune per la valorizzazione e la gestione sostenibile delle lagune sarde.