09/12/2025 | News release | Distributed by Public on 09/12/2025 06:02
12.09.2025
'L'Opera di Santa Teresa è un pezzo importante della storia di Ravenna ed oggi che l'Arcivescovo Monsignor Lorenzo Ghizzoni annuncia importanti trasformazioni e ampliamenti delle strutture mi felicito e credo che tutti debbano rispondere con grande slancio a questa opera'.
Lo ha detto Antonio Patuelli, Presidente della Cassa di Ravenna, intervenendo al Teatrino di Santa Teresa alla presentazione della giornata di inaugurazione dei nuovi spazi di Santa Teresa che si terrà il 2 ottobre prossimo, alla presenza del Cardinale Matteo Zuppi oltre che dell'Arcivescovo Monsignor Ghizzoni. Antonio Patuelli ha offerto poi uno spaccato di storia molto particolare di Ravenna e della Romagna, di cui Santa Tersa è stata fulcro e baricentro: 'Negli anni '50 _ ha detto _ Santa Teresa era tutta posizionata su quella che si chiamava via Nino Bixio e l'Opera, poi ampliata nella superficie che ora vediamo, era un ospizio per cronici e abbandonati, in una Ravenna particolare, in cui l'ospedale era stato bombardato. In tutti gli anni '50 l'ospedale civile _ ha continuato Patuelli _ non aveva una sede autonoma, era collocato in via Nino Bixio presso l'ospedale militare. Questo non dava le risposte ai cronici ed ai cronici abbandonati, che invece Santa Teresa accudì con grande slancio di solidarietà e di affetto'. Il ricordo di Patuelli è anche un quadro dell'epoca: 'Quello era un mondo in cui si parlava in dialetto, un mondo che vedeva don Lolli , il fondatore, anziano e la nomina di un nuovo direttore che portò Santa Teresa ad uno sviluppo importante. Don Giovanni Zalambani, per decenni direttore, fu nominato anche per la sua esperienza in un fronte molto caldo, era infatti stato parroco di Sant'Alberto e di Portomaggiore. La Romagna di allora si portava i ricordi traumatici dell'Ottocento, i conflitti della Seconda Guerra mondiale, con le campagne disastrate, la malaria diffusa, le case sfornite di luce e di acqua. Questo era il terreno in cui la contrapposizione era forte tra mondo cattolico ed altri mondi, e invece proprio l'Opera Santa Teresa portò al superamento di quei conflitti. Quel superamento fu frutto del volontariato cattolico, delle Suore di Santa Teresa, un Ordine novecentesco, nato qui e riconosciuto, con un grande slancio, che porta oggi, come diceva l'Arcivescovo Monsignor Ghizzoni, l'Opera Santa Teresa ad essere il principale istituto della Romagna. Vorrei ricordare _ ha concluso Patuelli _ anche Monsignor Solaroli che ne è stato un'anima di grande impegno. Quando Monsignor Zalambani faceva il giro delle camerate, alcuni malati gli andavano incontro con devozione, deferenza ed affetto e lo chiamavano 'La Cisa' ('La Chiesa') e lui riconosceva tutti i ricoverati, per nome e per soprannome, e io lo ricordo quando si rivolgeva ad alcune persone con qualche patologie, riusciva con una battuta, una frase o un ricordo a strappargli un sorriso, un sollievo ed un attimo di benessere. Questa era Santa Teresa'.
Alla presentazione erano presenti tra gli altri il Prefetto Raffaele Ricciardi, il Questore Gianpaolo Patruno, il Presidente della Camera di Commercio Giorgio Guberti, la Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Mirella Falconi Mazzotti ed il Vice Presidente Franco Gabici, e l'Assessora del Comune di Ravenna Federica Moschini.
Ravenna, 12 settembre 2025