07/22/2025 | Press release | Distributed by Public on 07/22/2025 11:36
La novità in breve
Martedì 22 luglio, Regione Lombardia ha incontrato i rappresentanti sindacali dei frontalieri di CGIL, CISL e UIL per discutere della cosiddetta "tassa sulla salute" per i vecchi frontalieri.
Durante il confronto, Regione Lombardia ha comunicato che è in fase di definizione il decreto attuativo per l'applicazione della norma. La Regione ha anche affermato che verrà applicata la tariffa minima, ovvero il 3%.
I sindacati italiani, in linea con quanto da sempre espresso dai sindacati svizzeri, hanno confermato la propria contrarietà all'introduzione di questa tassa in quanto si tratterebbe di una doppia imposizione del reddito, pertanto in contrasto agli accordi bilaterali. Hanno inoltre richiesto la trasformazione dell'imposta in un contributo volontario, al fine di superare i dubbi di incostituzionalità. La Regione ha confermato, al contrario, la volontà di procedere nella forma impositiva e tuttavia ha aperto alla possibilità di utilizzare il 30% del gettito per finanziare la costituzione di un welfare di frontiera.
Resta ancora da chiarire la posizione che manterranno le altre Regioni (Piemonte e Valle d'Aosta).
I sindacati italiani e svizzeri organizzeranno pertanto delle nuove assemblee territoriali per informare i frontalieri sullo stato della vertenza.
Ripassiamo: cos'è la tassa sulla salute?
La cosiddetta "tassa sulla salute" è un contributo obbligatorio introdotto dalla legge di bilancio italiana nel dicembre 2023. Prevede che i "vecchi frontalieri" versino una quota del proprio reddito al Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il contributo sarà compreso tra il 3% e il 6% del reddito netto annuo, con un importo minimo mensile di 30 euro e un massimo di 200 euro. Le Regioni di confine (Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta) sono incaricate di definire le modalità di calcolo e di riscossione.
Ad oggi, tuttavia, la tassa non è ancora operativa, poiché le Regioni non hanno emanato i provvedimenti attuativi. Inoltre, non è previsto alcuno scambio di dati tra Svizzera e Italia sui "vecchi frontalieri", rendendo difficile l'identificazione automatica dei soggetti interessati. Si ipotizza quindi un sistema di autocertificazione da parte dei lavoratori.
La posizione del sindacato OCST
OCST ha espresso fin dall'inizio una chiara contrarietà alla tassa sulla salute, per ragioni di merito e di legittimità:
- è iniqua, perché ignora il fatto che i frontalieri già contribuiscono al sistema pubblico italiano attraverso i ristorni fiscali (pari al 40% di quanto versato alla fonte in Svizzera);
- è ingiustificata, perché contraddice quanto affermato dallo stesso Ministero della Salute nel 2016, che allora escluse la necessità di contributi supplementari;
- è problematico sotto il profilo legale, perché sembra in contrasto con il nuovo Accordo sulla tassazione dei frontalieri, entrato in vigore nel 2023, che stabilisce come unica autorità fiscale competente la Svizzera.
La proposta lombarda di destinare il 30% delle risorse alla creazione di un welfare di confine non modifica la nostra posizione di contrarietà.