SEV Gewerkschaft des Verkehrspersonals

09/18/2025 | News release | Distributed by Public on 09/16/2025 18:39

FFS Cargo: Dal Ticino rabbia e resistenza

18 settembre 2025 | Attualità / giornale SEV, Politica dei trasporti e clima

Manifestazione a Mendrisio

FFS Cargo: Dal Ticino rabbia e resistenza

Anche il cielo sembrava urlare la sua protesta contro la politica di smantellamento di FFS Cargo venerdì 29 agosto a Mendrisio, ma nonostante le nuvole nere e un'allerta per temporali violenti di grado 3 diramata da meteosvizzera, oltre 300 persone hanno sfidato vento e pioggia per manifestare il proprio dissenso verso l'abbandono dei due terminal ticinesi da parte di FFS Cargo, i 40 posti di lavoro che verranno così cancellati dal territorio e il rischio concreto di vedere decine di migliaia di camion in più ogni anno sulle strade ticinesi. Manifestanti che dalla stazione, sotto la pioggia e seguendo lo striscione del sindacato SEV «No allo smantellamento di FFS Cargo», hanno raggiunto il mercato coperto dove, con straordinaria attenzione e in un silenzio rotto solo dagli applausi, hanno ascoltato ogni singolo oratore, ricettivi ad ogni frase pronunciata, a dimostrazione dell'interesse e della preoccupazione che c'è in Ticino per la questione.

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Non solo «Teste calde alle quali è meglio non mischiarsi» quindi, come suggerito dal Ceo di FFS al presidente del SEV Matthias Hartwich alla vigilia della manifestazione, ma il fronte sindacale compatto e al completo, politici di vario livello, cittadine e cittadini, nonché i ferrovieri e le ferroviere. E sono proprio quest'ultimi che hanno preso per primi la parola, facendosi portavoce di quanto si sta vivendo in seguito alle decisioni prese nell'ambito dell'ennesimo riorientamento di FFS Cargo: «Manovristi che, dopo decenni di lavoro fisico pesante, prestato con ogni condizione atmosferica, si ritrovano d'un tratto considerati un'inutile zavorra. Personale amministrativo che ha fatto salti mortali per andare incontro alle esigenze dei clienti più fedeli al trasporto su rotaia, e ora si ritrova un direttore che agli stessi clienti impone la scelta tra un aumento vertiginoso dei prezzi e il passaggio alla strada. Tecnici delle officine che negli anni si sono specializzati nella manutenzione delle locomotive più moderne in circolazione, anche di imprese ferroviarie e detentori privati e generando così preziosi introiti, e che ora si sentono dire che la priorità va data al parco veicoli FFS Cargo, in drastico ridimensionamento», ha spiegato dal palco Alan Tettamanti, vicepresidente della sezione LPV Ticino, che ha anche sottolineato come tra i macchinisti permangano i timori: non sono bastate le dichiarazioni delle FFS sulle soluzioni, a loro dire già trovate, per i 40 posti di lavoro che dovrebbero sparire, molti aspetti restano ancora poco chiari.

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A livello sindacale, per l'occasione è arrivato in Ticino anche il presidente del SEV, Matthias Hartwich, il quale ha ribadito che sì, FFS Cargo dichiara di rispettare le procedure previste dal CCL, ma questo è il minimo che ci si aspetta, non un favore che sta facendo ai dipendenti: «Da un'azienda finanziata anche da soldi pubblici, che quindi appartiene a tutti noi, ci aspettiamo più responsabilità e più rispetto», ha detto (vedi riquadro per il discorso integrale).

Pure il presidente dell'USS Pierre-Yves Maillard era presente e si è detto impressionato dalla mobilitazione e dalla combattività ticinesi, anche se sorpreso dal fatto che nemmeno un Consigliere di Stato fosse presente. Secondo Maillard, inoltre, «Sarebbe bene che Vincent Ducrot trascorresse un paio di giorni a parlare con i ferrovieri in uno dei terminal toccati dalla riorganizzazione. Perché per capire la situazione bisogna saper ascoltare e, spesso, se il personale è contrario a una ristrutturazione è segno che questa è sbagliata».

Ha preso la parola anche Nara Valsangiacomo, presidente di Pro Alps, che ha reso attenti sul fatto che le FFS stiano ridimensionando l'impatto che il riorientamento della propria strategia nel traffico merci avrà in termini di numeri maggiori di camion sulle strade, criticando anche però il fatto che il 90 per cento degli autocarri che attraversa la Svizzera paga troppo poco, dato che rientrano nella categoria di tassazione sul traffico pesante meno cara. Insomma, la strategia di trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia va rivista, ma non in questa direzione.

Veronica Galster

Matthias Hartwich il 29 agosto in Ticino

Il presidente SEV alla manifestazione di Mendrisio contro i tagli alla FFS Cargo: «Oggi è una giornata difficile, perché non si tratta «solo» di posti di lavoro, ma anche di posti di lavoro. FFS Cargo dice: «Ci atteniamo alle procedure del CCL». È vero, ma è ovvio. Da un'azienda che appartiene a tutti noi ci aspettiamo però di più: più responsabilità e più rispetto. Perché il trasferimento del traffico merci dalla strada alla rotaia è un obiettivo e una volontà della società. Temiamo che con le sue decisioni FFS Cargo provochi l'effetto contrario. Per quanto riguarda il traffico a carri singoli, FFS Cargo ha un piano che prevede una riduzione dei volumi e un aumento dei prezzi. E nel traffico combinato, FFS Cargo elimina offerte senza cercare soluzioni, con gravi conseguenze per il Ticino. I nostri colleghi ci dicono che con queste misure FFS Cargo perde strategicamente la capacità di ripristinare questi trasporti.

La politica e la direzione di FFS Cargo si rimpallano la responsabilità: FFS Cargo dice: «Dobbiamo diventare economicamente autosufficienti, quindi ridimensionarci, altrimenti non funziona - e il trasferimento modale non è il nostro compito, non siamo un servizio pubblico». La politica dice: abbiamo stanziato molti soldi per FFS Cargo, ora devono solo fare il loro dovere. Il SEV dice: per noi, per il Ticino e soprattutto per il personale non importa chi è «colpevole»: le decisioni sono sbagliate e si chiede una correzione di rotta - per il Ticino, per il trasferimento del traffico merci dalla strada alla rotaia, per un trasporto merci sostenibile su rotaia e per posti di lavoro sicuri.

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