09/23/2025 | News release | Distributed by Public on 09/23/2025 08:20
Il Ministro degli Esteri Tajani ha lanciato l'iniziativa "Food for Gaza" l'11 marzo 2024 in un incontro a Roma con il Direttore Generale dell'Organizzazione ONU per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), Qu Dongyu, la Direttrice Esecutiva del Programma Alimentare Mondiale (PAM), Cindy McCain, e il Vice Segretario Generale della Federazione Internazionale della Croce Rossa (FICROSS), Xavier Castellanos.
Food for Gaza ha il pieno sostegno di Israele e dell'Autorità nazionale palestinese, i cui Ministri degli Esteri l'hanno indicata come un modello da seguire.
Negli scorsi mesi, il Consiglio dei Ministri ha prorogato lo stato di emergenza per interventi nella Striscia di Gaza, innalzando a circa 40 milioni di euro i contributi finanziari dedicati al solo progetto Food for Gaza, anche per effetto del nuovo stanziamento, pari a 10 milioni di euro, devoluto a OMS e UNICEF, per sostenere gli ospedali, procurare medicine e supportare le attività di emergenza in campo medico-sanitario nella Striscia.
L'iniziativa si compone di 3 parti:
AIUTI UMANITARI
Grazie a Food for Gaza l'Italia ha destinato alla Striscia di Gaza circa 2.300 tonnellate di aiuti alimentari, sanitari e beni di prima necessità. Gli aiuti sono transitati attraverso il Programma Alimentare Mondiale e la Croce Rossa Internazionale, istituzioni autorevoli e imparziali, che godono della fiducia di entrambe le parti.
Fra le operazioni di maggiore portata finora realizzate, il PAM ha distribuito 2.000 tonnellate di farina. Quattro convogli sono partiti dalla Giordania nell'arco di circa tre settimane fra luglio e agosto, con l'obiettivo di assistere circa un milione di palestinesi nella Striscia.
Inoltre, con la collaborazione decisiva del Ministero della Difesa, sono stati realizzati aviolanci per paracadutare direttamente su Gaza circa 100 tonnellate di derrate alimentari.
Come parte degli aiuti umanitari, a febbraio 2025 sono stati consegnati al PAM 15 camion speciali, poi modificati per poter fungere da "muletti" per la distribuzione di aiuti all'interno della Striscia. Inoltre, insieme ai mezzi sono state consegnate 15 tonnellate di aiuti umanitari con beni di prima necessità, tra cui coperte e materiale igienico-sanitario, destinati all'assistenza di circa 1.200 persone.
Ad agosto 2025 è stato possibile sbloccare l'ingresso a Gaza anche di 60 tonnellate di mangimi ad alta densità nutrizionale per animali. Si tratta di un'iniziativa realizzata in collaborazione con la FAO. Il primo ciclo di distribuzione prevede la fornitura di 2 sacchi (100 kg) a ciascun pastore con almeno un capo di bestiame; l'obiettivo è raggiungere 200 beneficiari verificati. È, inoltre, previsto l'ingresso di 3.500 kit veterinari destinati alla cura degli animali.
ACCOGLIENZA E CURE MEDICHE
L'Italia ha assicurato priorità all'accoglienza di bambini palestinesi malati. Le operazioni sanitarie hanno finora permesso di ricoverare presso strutture sanitare in Italia 181 bambini di Gaza, accolti con i loro familiari, per un totale di 577 persone.
L'ultimo gruppo di pazienti palestinesi è giunto in Italia da Gaza con tre voli umanitari lo scorso 13 agosto. Si è trattata della 14ma operazione sanitaria condotta dal gennaio 2024, la più grande finora sostenuta. L'operazione ha coinvolto 31 minori, tutti affetti da gravi malattie congenite o da importanti ferite e amputazioni, insieme a 86 loro accompagnatori - 117 persone in totale.
Tali operazioni sono state rese possibili grazie al coordinamento della Presidenza del Consiglio, con il raccordo fra Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero della Difesa, Ministero dell'Interno e Dipartimento della Protezione Civile, in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità ed il Meccanismo Europeo di Protezione Civile. L'intenso lavoro diplomatico che ha permesso di compiere tali operazioni ha visto impegnate le Ambasciate d'Italia a Tel Aviv e Il Cairo e il Consolato Generale a Gerusalemme.
Le strutture ospedaliere che hanno dato disponibilità sono l'Ospedale Bambin Gesù a Roma, l'Ospedale Santobono di Napoli, l'Azienda Ospedaliera di Perugia, l'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l'ASST Niguarda e l'Ospedale dei bambini "Vittore Buzzi" di Milano, gli Spedali civili di Brescia, le Aziende Ospedaliere Universitarie di Padova e di Verona, l'Ospedale Sant'Orsola di Bologna, l'Istituto Gaslini di Genova, l'Ospedale Pediatrico Apuano di Massa, gli Ospedali Meyer di Firenze e Cisanello di Pisa. In passato, anche altre strutture sanitarie avevano accolto malati palestinesi, tra cui l'Ospedale Regina Margherita di Torino, l'IRCCS San Raffaele, l'Istituto Nazionale dei Tumori e il Policlinico di Milano, l'Ospedale San Gerardo di Monza, l'Ospedale Maggiore di Bologna, il Policlinico di Modena, il Gemelli di Roma e l'Ospedale di Catania.
L'Italia si conferma così il primo Paese occidentale - più degli altri Stati europei messi assieme - ad aver organizzato il trasferimento in ospedali specializzati di pazienti provenienti dalla Striscia.
PROGRAMMI EDUCATIVI
Oltre 150 borse di studio sono state assegnate a studenti palestinesi di Gaza, tra i bandi ordinari del sistema delle Università italiane e il progetto "Italian Universities for Palestinian Students" (IUPALS), che coinvolge 41 università italiane. A queste si aggiungono oltre 50 borse assegnate a studenti palestinesi residenti in Cisgiordania. Grazie alla collaborazione con le Scuole di Terrasanta e con la Fondazione Giovanni Paolo II, l'Italia organizza inoltre dei corsi di lingua italiana a Betlemme e a Ramallah.
La Farnesina sta lavorando per creare dei "corridoi universitari" che permettano agli studenti palestinesi assegnatari di borse di studio delle università italiane di lasciare il loro Paese per arrivare in Italia. Le procedure per l'ottenimento dei visti sono state chiarite e accelerate per quanto riguarda il versante italiano e vengono illustrate alle Autorità degli Stati della regione coinvolti. Vanno invece create le condizioni per il rilascio dei permessi di transito da Paesi della regione, come Israele e Giordania, che hanno chiare indicazioni politiche sul tema.