Università del Salento

12/04/2025 | Press release | Distributed by Public on 12/04/2025 04:34

Bagnoli, il restauro dell'ecosistema marino con i coralli

Comunicato n. 188 del 04 Dicembre 2025

Restauro degli ecosistemi marini: la madrepora arancione del Mediterraneo Astroides calycularis torna a vivere a Bagnoli nonostante l'inquinamento. Un team di ricercatori ha dimostrato per la prima volta che il corallo arancione endemico del Mediterraneo Astroides calycularis può sopravvivere, crescere e persino riprodursi in un'area costiera emblematica, ancora fortemente degradata da decenni di inquinamento industriale, come Bagnoli, nel Golfo di Napoli.

Il team di ricerca - coordinato da Luigi Musco, professore di Zoologia all'Università del Salento, ha operato in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn e con l'Università Federico II di Napoli - ha raccolto 88 colonie di Astroides calycularis naturalmente cadute sui fondali del Golfo di Napoli e le ha trapiantate nel Sito di Interesse Nazionale di Bagnoli-Coroglio, un'area storicamente contaminata da attività industriali e dove il corallo era storicamente presente, almeno fino al 1946, prima della fase industriale. Dopo quattro anni, quasi un terzo delle colonie è sopravvissuto, raddoppiando il numero di polipi che le compongono, triplicando la superficie occupata e, dato eccezionale, riproducendosi, dando vita a nuove giovani colonie in un ambiente considerato altamente ostile.

La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Marine Environmental Research, vede come prima autrice la giovane ricercatrice Francesca Necci del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali dell'Università del Salento, e rappresenta un risultato di grande rilievo nel campo del restauro e della conservazione delle specie formatrici di habitat del Mediterraneo. «Il successo del trapianto - commenta Necci - mostra il potenziale della specie come strumento di riqualificazione ecologica, offrendo un modello replicabile anche in altri siti mediterranei in difficoltà».

«I risultati dimostrano che il corallo non solo resiste, ma può contribuire a ricostruire habitat complessi anche in zone non ancora bonificate» spiega il professor Musco. «Questa scoperta apre nuove prospettive per gli interventi di restauro in aree costiere che ancora necessitano di azioni di ripristino ambientale».

La ricerca - nata nell'ambito del Progetto ABBaCo e portata avanti grazie al National Biodiversity Future Center (NBFC) finanziato dal PNRR, rappresenta un contributo importante alla definizione di strategie di ripristino efficaci per ecosistemi marini degradati.

Link alla pubblicazione: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0141113625008189

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