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09/29/2025 | Press release | Distributed by Public on 09/29/2025 03:53

Banca Etica chiede alle istituzioni italiane ed europee di attivarsi per rimuovere le inaccettabili sanzioni USA a Francesca Albanese

Banca Etica chiede alle istituzioni italiane ed europee di attivarsi per rimuovere le inaccettabili sanzioni USA a Francesca Albanese

lunedì 29 Settembre 2025
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Banca Etica ha inviato nei giorni scorsi una lettera ai capigruppo di Camera e Senato di maggioranza e di opposizione per chiedere che le forze parlamentari italiane si mobilitino e attivino anche le istituzioni europee per chiedere l'immediata rimozione delle sanzioni inflitte dagli USA a Francesca Albanese, Relatrice speciale dell'ONU per i Territori Palestinesi.

La dottoressa Albanese è stata inserita nella lista delle persone segnalate negli Stati Uniti per sospette attività di terrorismo, per il solo fatto di aver collaborato con la Corte Penale Internazionale e per avere denunciato - nei suoi rapporti - i crimini commessi da Israele e la complicità nel genocidio contro il popolo palestinese di grandi aziende anche statunitensi.

Le stesse sanzioni sono state imposte ai componenti della Corte Penale Internazionale (CPI) per aver emesso i mandati di cattura internazionale contro Benjamin Netanyahu e l'ex ministro Aluf Yoav Gallant.

Sanzionare esponenti della Nazioni Unite e della CPI per aver operato ai fini della tutela dei diritti umani è un inaccettabile sopruso che mina alle fondamenta il sistema del diritto internazionale.

Il caso di Francesca Albanese ha toccato da vicino Banca Etica in quanto si tratta di una cittadina italiana che - tra le altre gravi conseguenze delle sanzioni - si è ritrovata all'improvviso senza poter accedere al suo conto corrente e alle sue carte di credito negli USA. Si è dunque rivolta a Banca Etica per chiedere se fosse possibile aprire un conto corrente presso il nostro istituto, da sempre attento ai diritti umani e alla situazione del popolo palestinese.

Dopo aver approfondito le possibili conseguenze sul piano operativo, con enorme rammarico di tutta la comunità della banca, siamo stati costretti a rifiutare la richiesta diAlbanese. Aprire un conto corrente a una persona iscritta alle liste delle persone sanzionate negli USA - sebbene non sia vietato dalla legge - comporterebbe il rischio concreto di incorrere in "sanzioni secondarie" che potrebbero compromettere l'operatività di Banca Etica e di molti dei suoi oltre 100mila clienti. Solo per fare alcuni esempi:

  • potrebbe essere bloccata l'operatività estera dei conti correnti dei clienti di Banca Etica, con grave danno in particolare per le tantissime ONG e associazioni clienti di Banca Etica che lavorano per portare aiuti e sostegno in tante aree mondo colpite da emergenze umanitarie, inclusa la Palestina. Banca Etica si avvale infatti di banche corrispondenti per ricevere/inviare fondi, e ci sarebbe il rischio concreto di ricevere un rifiuto all'esecuzione di tali operazioni;
  • potrebbe essere interrotta l'operatività delle carte di credito e di debito della clientela che sono emesse da una società USA.

Banca Etica ribadisce la propria stima assoluta per la dottoressa Francesca Albanese e per il suo lavoro di inchiesta e denuncia, svolto nell'ambito del mandato datole dalle Nazioni unite, sulle condizioni del popolo Palestinese e sugli interessi economico-finanziari che ruotano attorno al genocidio in atto e all'occupazione illegale dei Territori Palestinesi.

Per questo Banca Etica si è attivata per sollecitare un'azione istituzionale e politica affinché le ingiuste sanzioni inflitte dagli USA adAlbanese siano quanto prima rimosse. Solo la politica e le istituzioni italiane ed europee possono e devono intervenire. La rimozione delle sanzioni è l'unica soluzione adeguata a superare questa situazione di sopruso intollerabile nei confronti di una cittadina italiana, una situazione emblematica dei rischi insiti nel sistema finanziario globalizzato.

Banca Etica fa dunque appello a tutti i parlamentari italiani di farsi portavoce di questa istanza e di invocare dal Governo Italiano un impegno ad agire in tal senso nelle sedi europee, perché è dall'Europa che può arrivare un'azione concreta per cancellare le sanzioni o almeno inibirne gli effetti.

Alcuni gruppi parlamentari (PD, AVS, M5S) si sono già mossi o si stanno muovendo presentando interrogazioni e mozioni parlamentari per impegnare il Governo italiano a farsi promotore, insieme agli altri governi e istituzioni europee, presso il Governo degli Stati Uniti al fine di richiedere l'immediata esclusione della dottoressa Francesca Albanese dalle liste sanzionatorie statunitensi o a promuovere in sede europea azioni volte a reagire agli effetti extraterritoriali delle sanzioni statunitensi, al contempo adoperandosi per l'adozione di misure strutturali volte a garantire gli operatori finanziari europei la possibilità di operare liberi da vincoli arbitrari decisi unilateralmente da governi extraeuropei.

Banca Etica auspica che questi siano i primi di una serie di atti istituzionali per porre fine all'incredibile ingiustizia subita dalla dottoressa Albanese, nel quadro della più ampia mobilitazione nella quale l'Italia sia parte attiva nel porre fine al genocidio in corso a Gaza e alle profonde violazioni del diritto internazonale cui stiamo assistendo.

Banca Etica sta lavorando anche con la rete dei propri soci di riferimento e con la rete delle banche etiche europee (Febea) per amplificare al massimo la mobilitazione contro questo incredibile uso distorto degli strumenti anti-terrorismo. Quando misure pensate per bloccare i terroristi vengono invece applicate a funzionari dell'ONU per aver svolto il proprio lavoro, siamo davanti a un problema serio.

Banca Popolare Etica Scpa published this content on September 29, 2025, and is solely responsible for the information contained herein. Distributed via Public Technologies (PUBT), unedited and unaltered, on September 29, 2025 at 09:54 UTC. If you believe the information included in the content is inaccurate or outdated and requires editing or removal, please contact us at [email protected]