09/23/2025 | News release | Distributed by Public on 09/23/2025 07:44
La Commissaria europea per l'Allargamento, Marta Kos, in visita ufficiale di tre giorni in Bosnia-Erzegovina, ha partecipato oggi, 22 settembre, presso il Municipio di Sarajevo, alla cerimonia di firma del contratto tra la Delegazione dell'UE in Bosnia-Erzegovina e l'UNESCO, finalizzato al finanziamento della costruzione del Museo di Arte Contemporanea Ars Aevi.
L'accordo è stato firmato dall'Ambasciatore Luigi Soreca, Capo della Delegazione UE e Rappresentante Speciale dell'UE per la Bosnia Erzegovina, e da Siniša Šešum, Rappresentante dell'UNESCO in BiH. Presenti alla cerimonia anche l'Ambasciatrice d'Italia, Sarah Castellani, il Sindaco di Sarajevo, Samir Avdić, il Sindaco di Novo Sarajevo, Benjamina Karić, rappresentanti delle istituzioni cantonali e della comunità internazionale, tra cui gli Ambasciatori di Francia e Spagna e la Coordinatrice Residente ONU in BiH, Arnhild Spence.
Il progetto è finanziato dall'Unione Europea, con il contributo del Governo della Repubblica Italiana, del Cantone di Sarajevo, della Città di Sarajevo e di altri partner istituzionali. L'Italia, in particolare, ha svolto un ruolo di primo piano fin dalla sua origine. Il progetto Ars Aevi nacque nel 1992 da un'idea di Enver Hadžiomerspahić, come atto di resistenza culturale durante l'assedio di Sarajevo. Le prime gallerie a donare opere di artisti di fama internazionale furono, infatti, italiane: il Centro Arte Contemporanea Spazio Umano di Milano, il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia.
Nei difficili anni del conflitto furono raccolte oltre 150 opere di artisti internazionali come Marina Abramović, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis e Joseph Beuys, dando vita a una collezione unica al mondo, simbolo di solidarietà e rinascita. Una parte della collezione è attualmente conservata nel deposito situato all'interno del Municipio stesso, un tempo Biblioteca Nazionale, simbolo della guerra e dell'assedio.
"È tempo che questa collezione trovi finalmente una casa" - ha dichiarato Marta Kos - "ed è proprio ciò che vogliamo realizzare: un museo di alto livello internazionale. Sono orgogliosa che l'Unione Europea e i suoi Stati membri sostengano Ars Aevi. Vogliamo che diventi un punto di riferimento culturale per la Bosnia-Erzegovina, capace di attirare visitatori da tutto il mondo. L'Europa è anche questo: patrimonio culturale e, soprattutto, connessione tra le persone".
Nel corso degli anni, l'Italia ha continuato a sostenere e rilanciare questo progetto di altissimo valore artistico. L'edificio del museo è stato progettato dall'architetto Renzo Piano, in qualità di "Goodwill Ambassador" dell'UNESCO, autore anche del ponte cittadino che collegherà le due sponde del fiume Miljacka nel punto dove sorgerà il museo. Tra il 2001 e il 2007, l'Italia ha finanziato con un progetto finalizzato alla salvaguardia della collezione e alla ristrutturazione di parte del centro giovanile Skenderija, per ospitare temporaneamente le opere. Nel 2021, a seguito della firma del Protocollo d'intesa tra la Città e il Cantone, l'Italia ha sostenuto la redazione del progetto esecutivo e ha recentemente stanziato ulteriori fondi attraverso l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), per supportare l'avvio della fase di costruzione.
"È per me una grande emozione presenziare a questo evento, che rappresenta una nuova tappa dell'intenso lavoro da noi svolto insieme alle Autorità locali, all'Unione Europea ed UNESCO, per rivitalizzare il progetto Ars Aevi quando ormai sembrava privo di sbocchi", ha dichiarato l'Amb. Castellani. "A trent'anni dagli Accordi di Dayton, la diplomazia culturale italiana si conferma importante strumento a sostegno della pacificazione e della stabilità nei Balcani, in piena coerenza con l'azione che l'Italia svolge a favore delle prospettive di integrazione europea della Bosnia Erzegovina e dell'intera regione. Auspichiamo che Ars Aevi diventi uno spazio museale aperto, dinamico ed inclusivo, e il simbolo di una Bosnia-Erzegovina cosmopolita, multi-etnica e stabilmente proiettata verso la casa comune europea".