ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

11/10/2025 | Press release | Distributed by Public on 11/11/2025 03:04

Libia: calma precaria a Tripoli, mentre Ankara rafforza i legami con l’est

  • Commentary Medio Oriente e Nord Africa
    di Federico Manfredi Firmian
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Il rischio di un nuovo conflitto armato in Libia rimane elevato, anche se recenti sviluppi aprono spiragli di distensione. Nell'ovest del paese, e in particolare a Tripoli, le milizie sono rimaste mobilitate per settimane, alimentando il timore di nuovi scontri. Le forze allineate al primo ministro del Governo di unità nazionale (Gnu), Abdul Hamid Mohammed Dbeibah, sembravano pronte a lanciare un nuovo assalto contro la potente milizia Radaa, come già avvenuto a maggio, mentre il generale Khalifa Haftar, che controlla l'est della Libia, dava segnali di voler approfittare di un'eventuale crisi per rafforzare la propria influenza. Secondo fonti non ufficiali, la Turchia avrebbe facilitato un'intesa preliminare tra il governo di Tripoli e Radaa che, se confermata, potrebbe ridurre la pressione immediata sulla capitale[1]. Parallelamente, Ankara ha avviato anche un processo di riavvicinamento con le autorità dell'est, modificando gli equilibri di potere a livello nazionale[2].

L'ennesima iniziativa della missione Onu in Libia (Unsmil) volta a riunificare il paese rischia di arenarsi di fronte a nuove realtà politiche e militari e all'opposizione di leader determinati a rinviare a tempo indeterminato elezioni che potrebbero mettere a repentaglio le loro posizioni di potere. Un recente rapporto del Fondo monetario internazionale ha inoltre sottolineato che la situazione politica in Libia continua ad alimentare la corruzione, fenomeno endemico soprattutto nel settore petrolifero e nelle imprese statali, dove pratiche poco trasparenti e l'influenza di attori non statali favoriscono l'appropriazione indebita e il furto su larga scala di risorse pubbliche[3].

Quadro interno

Durante l'estate l'Unsmil ha più volte espresso seria preoccupazione per il dispiegamento di milizie in aree densamente popolate di Tripoli, sollecitandone il ritiro immediato[4]. Lo scorso maggio l'uccisione del capo milizia Abdel Ghani al-Kikli, detto "Gheniwa", aveva già innescato violenti scontri tra gruppi rivali, provocando almeno otto vittime. In quel contesto, la Brigata 444 e altre milizie allineate al governo del primo ministro Dbeibah avevano tentato senza successo di neutralizzare le Forze speciali di deterrenza Radaa, che mantengono il controllo del complesso di Mitiga, comprendente l'aeroporto internazionale e una prigione nota per le violazioni dei diritti umani. Negli ultimi mesi, Radaa ha consolidato le proprie posizioni nei distretti di Souq al-Juma e Tajoura[5], mentre l'afflusso di nuovi contingenti armati a Tripoli, tra cui milizie provenienti da Misurata, città di origine di Dbeibah, aveva fatto temere un attacco imminente contro Radaa.

L'esplosione di un deposito di armi a Misurata, avvenuta il 31 agosto in circostanze non chiare, ha contribuito ulteriormente ad alimentare i timori di un'escalation[6]. Sul fronte opposto, Haftar ha rafforzato le proprie posizioni a Sirte e Shwayref, lasciando intravedere la possibilità di un'offensiva coordinata contro Tripoli da est e da sud[7].Ma un accordo preliminare raggiunto il 13 settembre tra il governo di Dbeibah e Radaa, facilitato dalla mediazione della Turchia, sembrerebbe aver attenuato il rischio di uno scontro, almeno per il momento: secondo fonti libiche, l'accordo comporterebbe l'istituzione di una "forza neutrale e unificata" incaricata di gestire e garantire la sicurezza di quattro aeroporti nell'ovest della Libia, tra cui Mitiga[8].

Parallelamente, Haftar, 82 anni, continua a portare avanti un processo di successione dinastica a favore dei suoi figli. Ad agosto, Saddam Haftar è stato nominato vicecomandante dell'Esercito nazionale libico[9], mentre Khaled è stato designato capo di stato maggiore[10]. Un altro figlio, Belgassem, dirige il Fondo per lo sviluppo e la ricostruzione, attraverso il quale esercita un ampio controllo sulla gestione delle risorse economiche nell'est del paese. L'intento del generale di consolidare il potere familiare appare chiaro, ma il futuro resta incerto e non si può escludere che la sua uscita di scena possa aprire la strada a una dura competizione.

Sul piano economico, la produzione di petrolio resta stabile. Ad agosto ha raggiunto 1,38 milioni di barili al giorno e la Compagnia petrolifera nazionale (Noc) mira a portarla a 2 milioni entro il 2028[11]. Recentemente, la Noc ha inoltre proposto la creazione di una nuova società con sede a Bengasi per sviluppare un giacimento di gas a Hamada al-Hamra, progetto che prevederebbe anche una cooperazione con Eni e altre società straniere operanti in Libia[12]. Tuttavia, alcune compagnie petrolifere locali basate nell'est del paese presentano precedenti problematici, in quanto spesso utilizzate per convogliare fondi petroliferi nelle casse del clan Haftar[13].

Le elezioni municipali tenutesi ad agosto sono state accolte dall'Onu come un segnale positivo: l'affluenza alle urne è stata del 71%. Tuttavia, il voto ha riguardato solo 26 delle 63 municipalità del paese e le aree sotto controllo di Haftar non vi hanno partecipato.

Permane inoltre un clima di violenza e repressione sia nell'est che nell'ovest della Libia. L'Unsmil ha recentemente documentato almeno 20 decessi di persone detenute arbitrariamente dai servizi di sicurezza, tra cui spicca il caso dell'attivista Abdel Munim al-Maremi[14]. Secondo la missione Onu, al-Maremi sarebbe stato "sequestrato" il 30 giugno dall'Agenzia per la sicurezza interna che dipende dal governo di Tripoli e dichiarato morto il 5 luglio in circostanze non chiare[15].

La rappresentante speciale dell'Unsmil, Hanna Serwaa Tetteh, ha presentato il 21 agosto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite un nuovo piano per la Libia, che prevede l'organizzazione di elezioni democratiche, l'istituzione di un governo unico per l'est e l'ovest del paese e l'avvio di un dialogo nazionale inclusivo, rivolto non solo alle élite politiche, ma anche a giovani, donne, società civile e comunità marginalizzate[16]. La tabella di marcia copre un arco temporale di 12-18 mesi, con una fase iniziale dedicata al rafforzamento dell'Alta commissione elettorale.

L'iniziativa si profila di difficile attuazione: politici e uomini forti mostrano resistenze sia all'organizzazione delle nuove elezioni sia alla costituzione del nuovo governo, poiché entrambe le misure potrebbero ridurre il loro potere. Tetteh sta comunque cercando di generare supporto internazionale: dopo aver annunciato il piano, ha incontrato gli ambasciatori dei paesi membri dell'Unione europea in Libia e successivamente Khalifa e Saddam Haftar a Bengasi (7 settembre) e l'ambasciatore russo Aydar Aganin a Tripoli (8 settembre), nell'intento di ottenere anche l'appoggio di Mosca. Al Consiglio di sicurezza, il vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmitry Polyanskiy, ha recentemente criticato la tabella di marcia presentata dall'Unsmil, dichiarando che le "scadenze artificiali" per la roadmap libica non sono utili[17].

Relazioni esterne

Nel frattempo è emerso un nuovo piano internazionale, sviluppato attraverso canali paralleli e riservati, guidato da Massad Boulos, l'inviato speciale per l'Africa del presidente americano Donald Trump[18]. Nell'ambito di questa iniziativa, si è tenuto a Roma un incontro significativo tra Saddam Haftar e Ibrahim Dbeibah, nipote e consigliere del primo ministro Dbeibah. Il faccia a faccia tra i due, avvenuto il 3 settembre, è stato forse l'incontro più importante degli ultimi anni tra gli esponenti dei due campi rivali in Libia, ed è stato reso possibile dalla mediazione congiunta di Stati Uniti e Italia[19]. A Roma, Boulos ha incontrato anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a conferma dell'importante contributo italiano. Boulos, che è consuocero di Trump, gode di un rapporto privilegiato con il presidente americano e dispone quindi di un'influenza maggiore rispetto ad altri mediatori[20].

Rimane forte, poi, la competizione nel paese tra Turchia e Russia. Mosca mantiene forze militari distribuite in diverse basi nell'est del paese e immagini satellitari, insieme a rapporti di intelligence, confermano che le forze russe stanno modernizzando ed espandendo strutture come quella di Maaten al-Sarra[21]. La presenza militare russa rafforza il controllo di Haftar su vaste aree della Libia e svolge una funzione strategica più ampia: offre hub logistici e di supporto per le operazioni militari della Russia nel Sahel e in Repubblica Centrafricana e consente inoltre a Mosca di proiettare capacità operative sul fronte meridionale dei paesi Nato[22].

La Turchia, pur avendo sostenuto Tripoli nel 2019 contro Haftar, ha avviato negli ultimi mesi un processo di riavvicinamento con l'est del paese, inizialmente in ambito economico e infrastrutturale e, più recentemente, anche in campo politico e militare. Il capo dei servizi di intelligence della Turchia, Ibrahim Kalın, si è recato a Bengasi il 25 agosto (senza visitare Tripoli), e ha incontrato Khalifa e Saddam Haftar[23]. In concomitanza con la sua visita, la nave militare turca TCG Kinaliada ha attraccato nel porto di Bengasi e una delegazione guidata dal maggiore generale Ilkay Altindag ha incontrato Saddam Haftar per discutere di cooperazione militare e navale e scambio di competenze tecniche. Khalifa Haftar ha poi ricambiato la visita salendo a bordo della nave, sottolineando i "profondi legami storici tra le forze navali libiche e turche"[24].

Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha successivamente dichiarato che potrebbe visitare Bengasi nei prossimi mesi, a condizione che le autorità della Libia orientale adottino "misure positive"[25]. La Turchia punta a nuovi contratti per le proprie imprese nell'edilizia e nelle infrastrutture, ma l'interesse principale rimane il memorandum firmato con Tripoli nel 2019, che delimita le frontiere marittime e le rispettive zone economiche esclusive. Ankara sta ora cercando di convincere le autorità dell'est, in particolare la Camera dei rappresentanti, a ratificare il memorandum, al fine di sbloccare le possibilità di esplorazione di giacimenti marini di petrolio e gas[26]. Grecia ed Egitto, che non riconoscono le ambiziose rivendicazioni turche, hanno sottoscritto nel 2020 un accordo marittimo in aperta contrapposizione all'intesa Ankara-Tripoli. Negli ultimi mesi, entrambi i paesi hanno esercitato pressioni diplomatiche su Haftar per impedire la ratifica del memorandum con la Turchia. Il Cairo, in particolare, avrebbe richiesto all'inviato speciale di Trump, Massad Boulos, di convincere Haftar a respingere un possibile accordo con Ankara[27].

Per rassicurare la Grecia Belgassem Haftar si è recato ad Atene l'8 settembre dove ha avuto colloqui con il primo ministro Kyriakos Mitsotakis e il ministro degli Esteri George Gerapetritis, in un contesto volto a trasmettere segnali cauti sulla posizione della Camera dei rappresentanti rispetto al memorandum Turchia-Libia, senza fornire impegni formali[28]. Mitsotakis, da parte sua, ha segnalato l'intenzione di rafforzare i legami economici e politici con Bengasi. Il riavvicinamento tra la Turchia e gli Haftar rappresenta un potenziale fattore di destabilizzazione per Dbeibah, il cui potere rimane in parte legato al sostegno turco. In un contesto di instabilità politica e militare a Tripoli, non si può escludere che Ankara possa favorire in futuro un intervento diretto delle forze di Haftar nella capitale[29]. Il Cremlino segue con attenzione questi sviluppi, consapevole che un rafforzamento della Turchia in Libia potrebbe ridimensionare l'influenza russa e incidere sugli equilibri militari nel Mediterraneo e in Africa[30].

Saddam, Khaled e Belgassem Haftar si distinguono per ruoli differenti sulla scena internazionale. Sia Khaled che Saddam si sono recati più volte in Turchia e in Russia negli ultimi mesi, ma mentre Saddam appare più orientato nel portare avanti le relazioni con i paesi Nato, Khaled privilegia i rapporti con Mosca[31]. Nel corso del 2025, Saddam ha portato avanti un'intensa agenda diplomatica, recandosi ad aprile a Washington per incontri con funzionari del Dipartimento di Stato e in più occasioni a Roma, dove a giugno ha avuto colloqui con il ministro della Difesa Guido Crosetto. Particolarmente significativa è stata anche la visita a Istanbul nel luglio scorso, durante la quale ha incontrato il ministro della Difesa turco Yaşar Güler e il capo di Stato maggiore Selçuk Oğuz: si è trattato del terzo incontro tra Saddam Haftar e Güler dall'ottobre 2024, a conferma del progressivo riscaldamento dei rapporti tra la Turchia e la Libia orientale[32]. Khaled, al contrario, mantiene rapporti privilegiati non solo con la Russia ma anche con la Bielorussia, e punta a garantire continuità alle basi militari russe in Cirenaica[33]. Belgassem, d'altra parte, concentra la propria attività su relazioni economiche e sull'attrazione di capitali esteri in Libia. Nei due anni che sono intercorsi dall'alluvione di Derna del 2023, si è adoperato per appropriarsi e rivendicare la gestione dei fondi internazionali destinati alla ricostruzione, presentandosi come il principale interlocutore per i progetti di sviluppo nell'est del paese. Parallelamente, ha cercato di ottenere investimenti da diversi paesi membri dell'Unione europea, oltre che da Turchia, Egitto e Corea del Sud[34]. Se in parte questi ruoli differenziati riflettono una strategia politica deliberata da parte del clan Haftar, volta a sfruttare gli interessi contrastanti di molteplici attori internazionali, non è escluso che esistano rivalità anche tra i fratelli e che vari attori esterni possano approfittarne per cercare di influenzare la successione al potere.

Il 14 settembre almeno 50 persone sono morte dopo che un'imbarcazione con a bordo 75 rifugiati sudanesi ha preso fuoco al largo della costa libica, secondo quanto riportato dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni[35]. Contestualmente, l'ong Mediterranea Saving Humans ha presentato un esposto alla procura di Trapani che documenta il coinvolgimento di milizie governative libiche nel traffico di migranti[36]. Si tratta in particolare dell'80o battaglione per le operazioni speciali della 111a Brigata del viceministro della Difesa Abdul Salam Al-Zoubi, considerato vicino a Dbeibah. Secondo quanto riferito dall'Ong, gli uomini dell'80o battaglione avrebbero gettato in mare diversi migranti lo scorso agosto[37]. Sempre nel mese di agosto si è registrato un altro episodio particolarmente grave: la Guardia costiera libica, dipendente dal governo di Tripoli, ha aperto il fuoco contro la nave Ocean Viking dell'Ong Sos Mediterranée[38]. Non si sono registrate vittime, ma diversi proiettili hanno colpito l'imbarcazione, che si trovava a circa 40 miglia nautiche (74 chilometri) a nord della Libia. La nave aveva appena soccorso 87 persone, tra cui numerosi richiedenti asilo in fuga dalla guerra in Sudan, e stava cercando di raggiungere un'altra imbarcazione in difficoltà. Secondo quanto riportato, la guardia costiera libica avrebbe anche intimato via radio alla Ocean Viking: "Se non lasciate la zona, veniamo e vi uccidiamo tutti"[39]. La motovedetta responsabile sarebbe stata fornita alla Guardia costiera libica dall'Italia nel 2023, nell'ambito delle politiche europee sulla gestione dei flussi migratori[40].

Negli ultimi anni, Italia e Unione europea hanno stipulato diversi accordi con le autorità di Libia, Tunisia e altri paesi per trattenere migranti e richiedenti asilo in cambio di supporto finanziario, equipaggiamento e formazione. Questi accordi sono stati ripetutamente criticati da funzionari dell'Onu e da organizzazioni per i diritti umani, in quanto molti degli intercettati risultano essere richiedenti asilo, e la guardia costiera libica e altri organi delle forze di sicurezza del paese nordafricano hanno una lunga storia di abusi nei confronti dei migranti[41]. Il percorso marittimo dalla Libia all'Italia resta una delle rotte più trafficate verso l'Unione europea e anche una delle più mortali: quasi 20.000 morti negli ultimi dieci anni, secondo dati pubblicati dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr)[42]. Sempre secondo l'Alto commissariato, il numero di arrivi in Italia in provenienza dalla Libia è diminuito significativamente rispetto al picco del 2023, quando oltre 157.651 persone avevano raggiunto le coste italiane; nel 2024 gli arrivi dalla Libia sono stati 66.617, mentre fino al 14 settembre 2025 si sono registrati 48.035 arrivi[43].

[1] "Libya government reaches agreement with armed group to end Tripoli tensions", Arab News, 13 settembre 2025.

[2] R. Soylu e S. Mathews, "Exclusive: Libya's Khalifa Haftar plans to visit Turkey as ties thaw", Middle East Eye, 2 settembre 2025.

[3] Fondo monetario internazionale, "Libya: 2025 article IV consultation - press release and staff report", 25 giugno 2025.

[4] Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), "Unsmil urges immediate de-escalation in Tripoli", 9 luglio 2025.

[5] K. Mahmoud, "EU demands end to military mobilization in Libyan capital", Asharq Al-Awsat, 10 settembre 2025.

[6] "Libya: 16 injured in ammunition depot explosion in Misrata - video", Agenzia Nova, 1° settembre 2025.

[7] J. Harchaoui, (@JMJalel_H, X), "The situation in Tripoli keeps deteriorating rapidly", 30 agosto 2025.

[8] "Libya government reaches agreement with armed group to end Tripoli tensions", Arab News, 13 settembre 2025.

[9] "Generational shift in Libya as Saddam Haftar steps into key military role", The Arab Weekly, 18 agosto 2025.

[10] "HoR Appoints Khaled Haftar as new LNA Chief of Staff", Libya Security Monitor, 18 agosto 2025.

[11] "Libya's oil output tops 1.38 million barrels per day", The Libya Observer, 18 agosto 2025.

[12] "Libya's state oil company asks Dabaiba to establish a new gas company in Benghazi", Agenzia Nova, 3 settembre, 2025.

[13] Vedasi per esempio il caso Arkenu: Y. Saba e A. Ghaddar, "Libya's first private oil firm grows in eastern commander's shadows", Reuters, 17 febbraio 2025.

[14] United Nations, "Libya: Security Council urged to back popular 'yearning' for national elections", 21 agosto 2025.

[15] Unsmil (@UNSMILibya, X), "UNSMIL is deeply saddened by the death of activist Abdel Munim Al-Maremi.", 5 luglio 2025.

[16] "Libya: Security Council urged to back popular 'yearning' for national elections", Nazioni Unite, 21 agosto 2025.

[17] "Russia seen as key player as UN pushes Libya elections plan in fractured landscape", The Arab Weekly, 9 settembre, 2025.

[18] M. Farrel, "Boulos's family ties could help advance US national security interests in Libya", Atlantic Council, 20 agosto 2025.

[19] "Libia, fonti Nova: ieri a Roma incontro tra Saddam Haftar e il nipote di Dabaiba, presente l'inviato Usa Boulos", Agenzia Nova, 3 settembre 2025.

[20] M. Farrel, "Boulos's family ties could help advance US national security interests in Libya", cit.

[21] A. Mardasov, "After setbacks in Syria and Turkish gains in Libya, Russia scrambles to retain Mediterranean sway", Al Monitor, 7 settembre 2025.

[22] F. Manfredi Firmian, "Russia's state capture strategy in Africa, from Wagner to the Africa Corps", Small Wars and Insurgencies, vol.36, n. 4, 4 dicembre 2024.

[23] K. Mezran e D. Cristiani, "Haftar's long game: Dynastic power and diplomatic leverage in Libya", Atlantic Council, 8 september 2025.

[24] R. Soylu e S. Mathews, "Exclusive: Libya's Khalifa Haftar plans to visit Turkey as ties thaw", cit.

[25] Ibidem.

[26] E. Akın, "Amid rapprochement with Libya's Hifter, Turkey says parliament reviewing maritime deal", Al Monitor, 12 giugno 2025.

[27] R. Soylu e S. Mathews, "Exclusive: Libya's Khalifa Haftar plans to visit Turkey as ties thaw", cit.

[28] "PM, FM discuss Greece-Libya relations with Belgacem Haftar", Kathimerini, 8 settembre 2025; V. Nedos, "Benghazi won't ratify Turkey deal", Kathimerini, 9 settembre 2025.

[29] K. Mezran e D. Cristiani, "Haftar's long game: Dynastic power and diplomatic leverage in Libya", Atlantic Council, 8 september 2025.

[30] A. Mardasov, "After setbacks in Syria and Turkish gains in Libya, Russia scrambles to retain Mediterranean sway", Al Monitor, 7 settembre 2025.

[31] Ibidem.

[32] "Turkish defence minister meets Saddam Haftar in Istanbul", The Libya Observer, 23 luglio 2025.

[33] A. Mardasov, "After setbacks in Syria and Turkish gains in Libya, Russia scrambles to retain Mediterranean sway", Al Monitor, 7 settembre 2025.

[34] N. Gasteli, "Libya's reconstruction of Derna: 'A windfall for the Haftar clan'", Le Monde, 17 settembre 2024.

[35] "IOM says at least 50 dead after vessel carrying Sudanese refugees caught fire off Libya", Reuters, 16 settembre 2025.

[36] A. Candito, "L'esposto di Mediterranea: "Le milizie governative libiche trafficano uomini. La prova in un video", La Repubblica, 16 settembre 2025.

[37] Ibidem.

[38] "Libya's coast guard fired upon rescue vessel searching for boat in distress", Al Jazeera, 25 agosto 2025.

[39] R. Brito e S. Magdy, "Libya's coast guard shoots at a vessel seeking to rescue migrants in distress, group says," Associated Press, 25 agosto 2025.

[40] "Libya's coast guard fired upon rescue vessel searching for boat in distress", Al Jazeera, 25 agosto 2025.

[41] J. Faus, M. Zafra e S. Kiyada, "A decade after EU's migrant crisis, hundreds still dying in Mediterranean", Reuters, 19 agosto 2025.

[42] Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), "Operational Data Portal: Europe Sea Arrivals/Italy", 15 settembre 2025.

[43] Ibidem.

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