12/23/2025 | Press release | Distributed by Public on 12/23/2025 01:54
I sindacati in stato di agitazioneVertenza Woolrich Sciopero in vista e appello al governo
Sciopero in vista alla Woolrich. Dopo la fumata nera all`incontro con il gruppo proprietario piemontese BasicNet, che ha confermato il trasferimento del personale a Torino e la chiusura della sede di Bologna, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione. L`accusa dei sindacati alla proprietà è pesante: «Licenziamento collettivo mascherato». Praticamente un ricatto: per contribuire al rilancio del marchio statunitense l`unica possibilità per mantenere il posto di lavoro è accettare la delocalizzazione. Il trasferimento coinvolgerebbe 139 addetti: 109 dipendenti del sito felsineo e i restanti 30 assunti a Milano. L'azienda, proprietaria anche dei marchi Kappa, Robe di Kappa, K-Way, Superga, Sebago e Briko, motiva la decisione con un calo del fatturato di Woolrich del 30%. «Non è pervenuta nessuna risposta concreta alle nostre domande, nessun elemento che giustifichi una scelta dall`impatto occupazionale devastante sui territori - motivano i sindacati -. E non si comprende come un trasferimento di massa possa invertire questa tendenza, se non in un modo: un licenziamento collettivo mascherato che rischia di distruggere 139 famiglie. L`unica soluzione pervenuta - puntualizzano sarcasticamente nero su bianco - è stata: "Preparate i bagagli" per creare una sinergia intellettuale. Cosa nel concreto significhi non è dato sapersi». A giudizio di Filcams, Fisascat e Uiltucs appare «inaccettabile» anche la posizione di Confindustria Emilia da cui non è stato prodotto «nessun tentativo di portare l`azienda verso una posizione ragionevole ma solo una certificazione delle sue posizioni, in barba a protocolli regionali funzionali ad evitare crisi di tale portata». Dopo aver ricevuto picche alla richiesta di «ritirare immediatamente la procedura», la proclamazione dello stato di agitazione era, dunque, inevitabile. Agitazione che, come da prassi, «prevede ogni iniziativa utile a contrastare le scelte aziendali». Il primo confronto con BasicNet si è concluso «amaramente», riavvolgono il nastro i sindacati, che chiedono ora il coinvolgimento del governo e la convocazione di un tavolo di crisi al ministero delle Imprese. Parallelamente, Regione e Città metropolitana, concordi nel definire «inaccettabile» il modus operandi del gruppo, restano disponibili all`apertura di un confronto.