10/30/2025 | News release | Distributed by Public on 10/28/2025 18:06
30 ottobre 2025 | Attualità / giornale SEV
Il prossimo 25 novembre commemoreremo i 25 anni della prima Carta d'impegno per una maggiore sicurezza nei trasporti pubblici (TP) e la rinnoveremo. Torniamo alle origini - nel 2000 - con i promotori della prima Carta, quando tutto era ancora da fare.
Alla fine di settembre, nella sede del SEV a Losanna, abbiamo incontrato tre promotori della Carta contro la violenza del 2000. Con le loro parole, ci raccontano gli inizi della Carta e la battaglia durata fino al 2007 affinché le aggressioni contro il personale dei trasporti fossero perseguite d'ufficio dalla legge. Altri membri illustri del Gruppo autonomo dei trasporti urbani (Gatu), ora integrato nella VPT, come Martial Sandoz, non hanno potuto partecipare, mentre Frank Kurmann e Bernard Mottet sono deceduti. Intorno al tavolo ci sono Johan Pain, «padre spirituale» della Carta del 2000, a lungo presidente del Gatu, ex presidente della sezione VPT-tl ed ex autista di autobus tl (1986-2015) ora in pensione; Gilbert d'Alessandro, ex membro del comitato del Gatu, attuale presidente centrale della VPT, autista di autobus presso i TPF ed ex presidente della sezione TPF urbana, e Pierre Dovat, segretario del Gatu, autista di autobus (1975-1992) poi di tram (1992-2017) in pensione presso i tpg, membro del comitato centrale ed ex presidente della sezione tpg-Exploitation.
Giornale SEV: Perché nel 2000 vi è venuta l'idea di una Carta contro la violenza?
Johan Pain: Nella Svizzera romanda c'erano problemi di violenza di cui eravamo testimoni al Gatu. Eravamo senza protezione.
Gilbert D'Alessandro: Conducenti e controllori provavano un senso di insicurezza. Quando sono entrato a far parte del gruppo, si combattevano chiaramente sia la violenza fisica, sia quella verbale. Entrambe fanno male. Anche certi gesti. Nel 1998 sono stato vittima di una brutta aggressione. Ai Tpf non c'era nulla. Questo ha alimentato il desiderio di entrare a far parte del Gatu e lavorare su questa Carta.
JP: Durante i nostri incontri e scambi con i sindacalisti e i militanti sindacali di altre città europee come Montpellier, abbiamo appreso che avevano adottato una Carta. Abbiamo invitato i colleghi francesi a Losanna, dove abbiamo organizzato una tavola rotonda con il comitato e le sezioni romande del Gatu, i rappresentanti di tl, tpg e TPF urbana e il segretario sindacale SEV Francis Barbezat. Le direzioni hanno ritenuto che la Carta fosse una buona idea e che fosse necessario lavorare insieme. E da lì siamo partiti.
Pierre Dovat: Il testo è stato scritto da noi del comitato del Gatu, con l'aiuto di Barbezat. Doveva essere credibile!
Perché gli inizi di questa Carta sono in gran parte romandi?
GD: Bisogna capire cos'era il Gatu. Era un raggruppamento insoddisfatto della sottofederazione VPT. Un gruppo autonomo. Riunivamo soprattutto - per quasi il 90% - i settori urbani della gomma. E, a parte la STI, la Fart e la TPL in Ticino, nel resto della Svizzera non c'erano lavoratori urbani sindacalizzati nel SEV. Successivamente abbiamo contattato i sindacati Vpod/ssp e syndicom.
PD: Il Gatu era quindi innanzitutto romando. Logicamente, le prime aziende firmatarie il 16 novembre 2000 sono state romande: tl, tpg, tpf, tn, vmcv e trn.
JP: Bernmobil, la prima azienda della Svizzera tedesca ad aver firmato la Carta nel 2001, ha i propri membri iscritti al sindacato Vpod/ssp per ragioni storiche. Lo stesso vale per Zurigo e Bienne. CarPostal ha firmato nel 2002. Poi si sono aggiunte le compagnie di navigazione.
Le questioni relative alla violenza riguardavano anche i colleghi e le colleghe delle FFS, vero?
JP: Sì, ma nei congressi del SEV i membri del Gatu erano un po' visti come dei paria. A livello delle sottofederazioni delle FFS, gli unici che li sostenevano erano i controllori della ZPV, perché la questione li riguardava direttamente.
GD: In particolare con la ZPV Lausanne, con la quale eravamo in stretto contatto. È per questo motivo che le FFS hanno firmato la Carta nel 2002. O almeno la filiale losannese delle FFS...
JP: Al SEV, tutto ciò che proveniva dal Gatu era mal visto e talvolta finiva in litigi. Eravamo considerati troppo rivoluzionari e di sinistra. Noi volevamo un sindacalismo di base. Non gradivano molto questa Carta, frutto del lavoro della base.
PD: Tuttavia, quello che volevamo era proteggere i nostri colleghi conducenti. Abbiamo chiesto, ad esempio, la creazione di un gruppo di lavoro paritetico tra direzione e sindacato per promuovere questa Carta e adottare misure preventive e di sostegno in caso di aggressione. Ciò ha portato all'installazione di telecamere sugli autobus.
JP: Tranne che sui tl. È l'unica impresa di autobus del Canton Vaud che non dispone di videosorveglianza. L'ho segnalato al consiglio comunale di Losanna.
25 anni dopo, la storia vi dà ragione, giusto?
JP: Non si può riscrivere la storia. Ma è vero che è importante che le proposte provengano dalla base e che il sindacato sia lì per attuarle. È il caso della sicurezza e delle indagini sulla salute dei nostri colleghi e delle nostre colleghe. Sono orgoglioso di vedere che nel 2025 queste due questioni sono al centro delle preoccupazioni del SEV.
Nel 2000 pensavate già alla possibilità che le aggressioni contro il personale di guida fossero perseguite d'ufficio?
GD: Sì, era proprio così. Volevamo seguire l'esempio dei nostri colleghi francesi. Bisogna ricordare che sono stati gli autisti di autobus a redigere questa Carta! Ci avevamo pensato, ma non sapevamo come formularla. Ma era quello che volevamo con l'idea di modificare la legislazione per rafforzare la nostra integrità morale e fisica, principi che figurano nella Carta.
JP: È qui che Erwin Jutzet ha svolto un ruolo importante. Era consigliere nazionale friburghese del PS e ricopriva incarichi giuridici presso il SEV. Ha capito come tradurre la nostra idea in legge. Ha presentato una mozione alle Camere federali che nel 2007 ha portato all'inserimento del perseguimento d'ufficio nella legge sul trasporto di viaggiatori (LTV) all'articolo 59.
PD: Anche la nostra petizione, che ha raccolto 10.000 firme, contro la violenza nei trasporti pubblici e a sostegno della mozione Jutzet da noi presentata nel marzo 2006, ha dato un contributo importante.
GD: 10.000 firme per un piccolo gruppo come il nostro sono tantissime. Nella Svizzera tedesca, Jürg Hurni, allora capotreno alla ZPV, e l'allora vicepresidente del SEV François Gatabin hanno svolto un ruolo importante dal lato delle FFS.
E come è arrivato l'adesivo sugli autobus?
GD: Il Congresso SEV del 2009 ha votato la risoluzione «La sicurezza prima di tutto» e ha dato mandato di diffondere la conoscenza dell'articolo 59 LTV. Nel settembre 2010, il SEV e l'UTP, con il sostegno dell'UFT, hanno annunciato la creazione del famoso adesivo destinato ai viaggiatori che da allora è esposto in tutti i mezzi di trasporto pubblico.
Avvisa l'utenza che le infrazioni punibili secondo il Codice penale e commesse nei confronti dei dipendenti dei trasporti pubblici sono perseguite d'ufficio.
PD: Questo è stato il fattore scatenante per alcune imprese un po' riluttanti a diffondere questo articolo di legge.
Leggendo il testo della nuova Carta del 2025 in fase di firma, qual è la vostra prima reazione?
JP: C'è colore! (ride). Penso che sia giusto aver precisato cosa si intende per violenza e aggressione. Anche combattere gli insulti e le aggressioni verbali è molto importante. Se l'impresa non voleva denunciare un'aggressione verbale, la sezione interveniva e denunciava l'aggressione alla procura. Difendevamo i nostri membri! Anche un utente testimone può denunciare un'aggressione. L'ideale, tuttavia, è che sia l' impresa a farlo sistematicamente, in modo che le autorità giudiziarie possano procedere ai sensi dell'articolo 59 della LTV.
Con uno sguardo retrospettivo, come giudicate questi ultimi 25 anni?
GD: Sono molto orgoglioso di tutto questo e del fatto che il nostro sindacato difenda la sicurezza dei colleghi e delle colleghe. Il SEV deve ricordare che sono stati/e i/le militanti a portare avanti questa Carta!
JP: Anche io sono molto orgoglioso, anche se il logo del Gatu è un po' scomparso da tutto. Con questa intervista, ridiamo un po' di quel fervore e questo mi fa piacere.
Yves Sancey
25 anni della Carta contro la violenza nei trasporti pubblici.
Martedì 25 novembre 2025, dalle 10.00 alle 15.15, UNIA Egghölzli, Berna
09.30 Caffè di benvenuto
10.00 Saluti degli/delle ospiti, bilancio dei 25 anni della Carta. Discorso di apertura. Prospettiva europea e svizzera.
10.30 Tavola rotonda: testimonianze di persone aggredite e Commissione Donne
11.25 Presentazioni: buone pratiche in caso di aggressioni; pranzo (12.15)
13.00 Tavola rotonda art. 59 LTV. Introduzione; battaglia giuridica; prospettiva tedesca e del SEV. Tavola rotonda: Quale applicazioni?
14.30 Firma della Carta 2025
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