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12/04/2025 | Press release | Distributed by Public on 12/04/2025 04:05

UniCredit Investment Institute presenta 'The Compass 2026': una guida strategica per gli investitori in un anno di transizione

Milano, 4 dicembre 2025 - L'Investment Institute di UniCredit annuncia la pubblicazione di The Compass 2026, il suo outlook annuale che offre una prospettiva europea sulle tendenze macroeconomiche globali e sui mercati finanziari. Questa seconda edizione traccia una roadmap per orientarsi in un contesto caratterizzato da incertezze persistenti, cambiamenti strutturali e nuove opportunità emergenti.

"In un mondo in cui tensioni geopolitiche e trasformazione tecnologica convivono, agilità e diversificazione non sono più opzioni: sono essenziali. Con The Compass 2026 vogliamo fornire agli investitori un quadro chiaro per affrontare l'incertezza e individuare opportunità in linea con i trend strutturali di lungo periodo", ha dichiarato Manuela D'Onofrio, Head of Group Investment Strategy di UniCredit e Chair di The Investment Institute.

"Il mercato ha dimostrato resilienza nonostante i significativi cambiamenti nell'economia globale e si avvia al 2026 con un mix di opportunità e prudenza. Restiamo costruttivi sull'azionario, pur in presenza di valutazioni significative per i titoli statunitensi, sostenute dalla rivoluzione dell'intelligenza artificiale. Il trend di crescita degli utili e un rapporto sostenibile tra flussi di cassa e investimenti delle big tech saranno i fattori chiave da monitorare nel 2026. Le società tecnologiche asiatiche offrono un'opportunità di diversificazione a costi più contenuti, in quello che prevediamo sarà il proseguimento della storia dell'IA. L'aumento dei deficit in UE e USA eserciterà pressioni sulla parte lunga delle rispettive curve dei rendimenti" ha detto Fabio Petti, Head of Cross Assets Investment Strategies di UniCredit e Co-Chair di The Investment Institute.

Se il 2025 ha vissuto il terremoto del secondo mandato di Trump, il 2026 sarà l'anno delle scosse di assestamento. L'economia globale tornerà a tremare, seppur con un'intensità molto più contenuta rispetto a quanto visto quest'anno" ha aggiunto Edoardo Campanella, Chief Editor di The Investment Institute.

2026: un anno di aggiustamento geoeconomico, non di rivoluzione

Il 2026 si apre con un cauto ottimismo, ma con volatilità residua, mentre l'economia globale si adatta alle scosse di assestamento del secondo mandato di Trump. Le tregue tariffarie hanno attenuato i tumulti dello scorso anno senza risolvere le profonde frizioni commerciali, lasciando i mercati a muoversi in uno scenario frammentato, tra blocchi contrapposti e competizione serrata USA-Cina su tecnologia e risorse. L'approccio incrementale di Washington cela rischi persistenti di interferenze politiche, mentre l'Europa oscilla tra la dipendenza dalla sicurezza americana e i legami economici con Pechino. Lo status di rifugio sicuro del dollaro è sotto esame, l'AI domina la narrativa e gli investitori devono prepararsi a turbolenze - meno gravi rispetto al 2025, ma lontane dalla calma.

Analisi macroeconomica per area geografica

La crescita globale del PIL è stimata al 3,1%, sostenuta da strategie adattive del settore privato nonostante le frizioni commerciali radicate.

  • Stati Uniti: economia solida, crescita prevista al 2,1%, trainata da stimoli fiscali e investimenti in AI. Inflazione sopra target al 2,9%, Fed attesa a due tagli dei tassi entro fine anno, fino al 3,50%.
  • Eurozona: resiliente, PIL in aumento dell'1,0%, grazie a stimoli fiscali e investimenti NGEU. Germania avvia la sua "bazooka fiscale", Francia alle prese con incertezze politiche, Italia beneficia dei fondi UE. Inflazione vicina all'1,8%, BCE ferma al 2,00%.
  • Europa Centro-Orientale (CEE): crescita accelerata tra 2,0% e 3,3%, spinta da domanda esterna, investimenti e fondi UE. Consumi restano motore principale, sostenuti da mercati del lavoro tesi. Romania e Slovacchia in ritardo per consolidamento fiscale. Inflazione entro target salvo in Ungheria e Romania; spazio per tagli dei tassi in Polonia, Romania e Serbia. Rischi fiscali legati alla politica in Ungheria, Polonia, Romania e Repubblica Ceca.
  • Cina: crescita rallenta al 4,1%, frenata da criticità strutturali nel real estate e domanda interna debole. Attese ulteriori misure espansive della PBoC.
  • Giappone: crescita modesta (0,8%) con graduale stretta BoJ.
  • Regno Unito: crescita debole (1,0%) per stretta fiscale e bassa produttività.

Previsioni di mercato: cauto ottimismo tra rischi geopolitici

I mercati globali entrano nel 2026 tra opportunità e complessità. I cambiamenti strutturali - dazi, geopolitica frammentata, catene di fornitura ridisegnate - sono ormai fattori permanenti. Le azioni mantengono potenziale di rialzo, guidate dai titoli USA grazie ai guadagni di produttività legati all'AI e agli investimenti fiscali. In Europa, la spinta arriva da difesa e infrastrutture, ma domanda debole e lentezza nell'adozione tecnologica frenano il ritmo. Il reddito fisso affronta ostacoli per l'elevata emissione sovrana e l'allentamento monetario graduale, mantenendo i rendimenti alti. Sul fronte valutario, atteso un calo moderato del dollaro; materie prime sottotono, con petrolio sotto pressione e oro sostenuto dai driver di lungo periodo.

  • Azioni: potenziale di rialzo, S&P 500 verso 7.600, Euro STOXX 50 a 6.200.
  • Obbligazioni: rendimenti elevati, Treasury decennale al 4,30%, Bund al 2,90%.
  • Valute: EUR/USD tra 1,15-1,20.
  • Materie prime: petrolio a 60-65 USD/barile, oro tra 4.100-4.400 USD/oncia.

Tre Top Stories per il 2026

1: Reality check per l'Europa

L'Europa entra nel 2026 con piani ambiziosi su difesa, competitività e riforma migratoria. Progressi attesi graduali, non rivoluzionari. Iniziative nazionali - in primis l'espansione fiscale tedesca - faranno da traino, mentre progetti comuni come SAFE puntano all'integrazione industriale. Resta il vincolo di frammentazione politica e capacità fiscale limitata.

2: La sfida delle materie prime critiche

Minerali strategici come litio, cobalto e terre rare sono essenziali per energia pulita e manifattura avanzata. La scarsità di risorse e la dipendenza dalle importazioni dai Paesi BRICS+ espongono l'Europa a vulnerabilità che possono frenare la transizione green. Il Critical Raw Materials Act fissa obiettivi ambiziosi al 2030, con investimenti per 22,5 miliardi di euro, ma diversificazione e infrastrutture di riciclo richiederanno anni.

3: Rischi e opportunità nel private credit

Il private credit è cresciuto rapidamente nell'ultimo decennio, offrendo diversificazione e rendimenti interessanti rispetto alle obbligazioni high-yield tradizionali. Recenti default negli USA sollevano timori sulla qualità del credito e possibili effetti sul sistema bancario. Il nostro scenario base per il 2026 prevede default idiosincratici senza stress sistemico, ma l'espansione del settore - spesso con emittenti a rating basso e regolazione leggera - impone monitoraggio attento. Opportunità di rendimento, ma selettività e due diligence rigorosa restano cruciali.

Cosa succede se...

1: L'AI rallenta

L'AI è stata il motore dominante dei mercati azionari, ma emergono vulnerabilità. Eccesso di capacità e leva crescente nelle infrastrutture AI potrebbero innescare correzioni se la monetizzazione sarà più lenta del previsto. Benefici di lungo termine probabili, ma fase di aggiustamento volatile.

2: L'Europa sotto i riflettori

L'Europa potrebbe affermarsi come alternativa credibile ai mercati USA se espansione fiscale, integrazione più profonda e istituzioni rafforzate prenderanno slancio. Un mercato dei Bund più liquido, investimenti in difesa e digitale e un euro più solido potrebbero ridefinire il ruolo strategico dell'Europa nell'asset allocation globale.

Allocazione degli investimenti

La strategia per il 2026 punta su resilienza e selettività, con enfasi su diversificazione e gestione prudente del rischio in un contesto di complessità politica e incertezza geopolitica.

  • Overweight: azioni e debito dei mercati emergenti, sostenuti da valutazioni interessanti e trend strutturali.
  • Neutrale: azioni globali e obbligazioni dei mercati sviluppati, penalizzati da valutazioni elevate e pressioni fiscali.
  • Bias verso qualità: preferenza per emittenti con bilanci solidi, flussi di cassa resilienti e governance robusta.

Il documento complete è disponibile qui: The Investment Institute by UniCredit - The Compass Checkpoint

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UniCredit S.p.A. published this content on December 04, 2025, and is solely responsible for the information contained herein. Distributed via Public Technologies (PUBT), unedited and unaltered, on December 04, 2025 at 10:05 UTC. If you believe the information included in the content is inaccurate or outdated and requires editing or removal, please contact us at [email protected]