09/15/2025 | Press release | Distributed by Public on 09/15/2025 09:50
Una nuova frontiera per la trapiantologia dell'Emilia-Romagna: al Policlinico di Modenaper la prima volta in Europa è stato eseguito un trapianto di fegato da donatore vivente con un approccio completamente robotico sia per il donatore che per il ricevente. Una tecnica che finora era stata adottata solamente in centri ad altissimo volume come Seoul (Corea del Sud) e Riyadh (Arabia Saudita).
Il duplice intervento - il prelievo dell'emifegato e il trapianto - sono stati effettuati con il robot chirurgico daVinci lo scorso giugno, entrambi i pazienti sono in buone condizioni generali e hanno fatto ritorno
alla propria regione di origine: il donatore è stato dimesso quattro giorni dopo l'intervento in ottime condizioni generali, il ricevente dopo dieci giorni di ricovero.
Un nuovo traguardo raggiunto e una nuova conquista, come ha spiegato oggi in conferenza stampa in Regione a Bologna il professor Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena e professore ordinario di UniMoRe. Con lui il presidente della Regione, Michele de Pascale, l'assessore regionale alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, e il direttore generale dell'AOU di Modena, Luca Baldino.
L'intervento si inserisce nella progressiva implementazione della tecnologia robotica nel campo dei trapianti d'organo e corona un percorso iniziato undici anni fa a Modena con l'avvio del programma di chirurgia robotica per le patologie epatiche, biliari e pancreatiche. Con grandi vantaggi sia in termini di precisione dell'esecuzione, che di mini-invasività tanto per il donatore che per il ricevente.
"Siamo orgogliosi dei nostri professionisti e di un sistema sanitario pubblico sempre più innovativo, capace di aprire nuove strade e di coniugare a strumentazioni all'avanguardia competenze straordinarie. Un sistema davvero universalistico, perché a servizio di tutti i cittadini- affermano de Pascale e Fabi-. Sulla rete donativa e trapiantologica, coordinata dal Centro Riferimento Trapianti, questa Regione ha creduto e investito, e oggi può contare su 23 sedi donative su tutto il territorio e sui tre centri trapianto di Modena, Bologna e Parma, diventati nel tempo un punto di riferimento a livello nazionale e non solo, come questo ulteriore traguardo raggiunto dimostra. Una realtà che però non esisterebbe senza la rande generosità dei donatori e delle donatrici e senza il lavoro delle associazioni che continuano a promuovere il valore del dono: anche a loro va il nostro grazie".
"Il Centro Trapianti dell'AOU Policlinico di Modena ha saputo catalizzare la mission della Regione Emilia-Romagna offrendo ai pazienti trattamenti sempre più all'avanguardia- spiega il professor Di Benedetto-. Questo caso premia un percorso ultradecennale, che rispecchia la vocazione del Centro e che permette sia a chi attende un trapianto di fegato, che al donatore che compie un gesto di grande altruismo, di affrontare questi interventi riducendone al massimo l'invasività. Nello specifico, sia il prelievo dell'emifegato dal donatore che il trapianto nel ricevente sono stati eseguiti con tecnica completamente robotica, ovvero solo con una piccola incisione cutanea per, rispettivamente, prelevare l'emifegato donato e rimuovere il fegato malato dal ricevente inserendo l'organo da trapiantare. I vantaggi tecnici sono rappresentati dall'ingrandimento che rende la procedura simile ad un intervento eseguito con il microscopio, la filtrazione del fisiologico tremore, e la conseguente precisione nell'esecuzione delle suture che risulta estremamente migliorata".
"Siamo di fronte a un nuovo grande traguardo della Chirurgia dei Trapianti nel nostro Paese- si è complimentato il direttore Baldino- per la quale desidero fare anzitutto i complimenti a tutta l'equipe del professor Di Benedetto. La donazione di organi è sempre un gesto di grande generosità che nel caso del
trapianto da vivente assume un significato ancora più profondo. Per questo motivo, la ricerca di procedure chirurgiche sempre più mini-invasive per donatore e ricevente è un dovere etico che oggi si è concretizzato con questo grande risultato, a beneficio dei cittadini".